18 agosto 2006

Teoria della Cospirazione?

Un lettore mi invita a leggere/ascoltare le interviste fatte dai microfoni di Radio Radicale da Maurizio Molinari (La Stampa) ed Emanuele Ottolenghi (professore di Studi israeliani all’Università di Oxford e collaboratore de il Riformista). La tesi di fondo dei due intervistati è la stessa che, in prima battuta, ha accolto lo studio di Mearsheimer & Walt in America, con alcune eccezioni di cui parlerò in seguito.
La tesi di fondo che emerge è riassumibile in poche frasi che cito per esteso:

  • “Sorprende che una tesi in genere cara a esponenti dell’estrema destra e dell’estrema sinistra, sia invece sostenuta da professori di prestigiose università”
  • “L’aver scambiato per una presunta cospirazione israeliana ai danni dell’America quello che in realtà è un forte consenso sociale e politico per l’alleanza con Israele, frutto della condivisione di valori comuni”
  • Gli autori, secondo Ottolenghi, ricorrono alla tesi della cospirazione e addirittura all’immagine della piovra, tipica dell’antisemitismo pre-II Guerra Mondiale, perché incapaci di confrontarsi con «la forza degli argomenti» a favore delle politiche che criticano

Per intero l’intervista si trova qui .
La cosa che emerge immediatamente dall’ascolto dell’intervista è che nessuno degli intervistati ingaggia i due studiosi sul terreno da loro proposto nel saggio, ossia nessuno controbatte neanche una delle tesi esposte da Mearsheimer & Walt sull’influenza della lobby Israeliana nella politica USA in Medio Oriente.
L’attacco che gli intervistati fanno è completamente rivolto alla credibilità degli studiosi. Tale attacco ha essenzialmente le seguenti motivazioni:
  • Ci aspettavamo che persone di scarso spessore (destra repubblicana ed estrema sinistra che evidentemente hanno posizioni in linea di principio errate perchè diverse da quelle di chi scrive) scrivessero determinate cose ma non che due studiosi di valore dessero credito a queste tesi
  • Chi da credito a queste tesi (quindi anche la destra repubblicana e l’estrema sinistra) è anti-Semita
Queste argomentazioni hanno un duplice problema, che non entrano nel merito e che sono molto più trite delle argomentazioni di Mearsheimer & Walt (l’affermazione è di Ottolenghi che però non scende nel campo del dibattito, nell’agone dialettico ma mira ad evitare il dibattito stesso dicendo: le tesi sono anti-Semite quindi non vale neanche la pena di controbatterle).
Nella rivista Foreign Policy di Luglio/Agosto viene pubblicata una tavola rotonda su questo tema con interventi dei seguenti studiosi/esperti: Aaron Friedberg, Tennis Ross, Shlomo Ben-Ami e Zbignew Brzezinski.
Mearsheimer & Walt, sono due studiosi della scuola realista e quindi basano la loro analisi su fatti concreti che espongono in maniera molto chiara sia nel loro articolo originale che in questa tavola rotonda.
I due studiosi hanno rifiutato con decisione tanto l’accusa di anti-Semitismo (usata evidentemente come arma per silenziare il dibattito) che quella di essere anti-Israele. Hanno infatti apertamente sostenuto che: “pur se critici nei confronti di alcune politiche Israeliane, siamo del tutto a favore dell’esistenza di Israele. Ma crediamo che l’influenza della lobby danneggi sia gli interessi USA che quelli Israeliani”.
A tali affermazioni non rispondono in nessun modo le interviste rilasciate a Radio Radicale.
Una domanda interessante che ci si potrebbe porre per comprendere bene l’effetto della lobby sulla politica USA è: “Quale sarebbe la politica USA in Medio Oriente se la lobby fosse meno potente ?”.
Per quanto riguarda il fatto che il supporto USA ad Israele si baserebbe su una comunanza di valori l’argomento non convince per i seguenti motivi:
  • l’AIPAC effettua un lobbying molto potente e affermazioni di questo possono essere reperite facilmente (tra gli altri: Bill Clinton, Newt Gingrich, Ernest Hollings ecc.) negare questo è chiudere gli occhi di fronte ad una realtà che in America è chiarissima a tutti (o almeno a chiunque desideri avere una carriera politica)
  • la presunta “comunanza dei valori” non regge di fronte al prolungato maltrattamento da parte dello stato di Israele del popolo Palestinese e dei propri cittadini Arabi.
Mearsheimer & Walt rispondono anche alle contestazioni di merito (presenti nella tavola rotonda ma assenti nelle interviste di Radio Radicale) elencando alcuni punti e su tali punti inviteri chi lo desidera a confrontarsi:
  • La politica Statunitense è sempre stata contraria agli insediamenti nei territori occupati ed oggi anche molti Israeliani considerano tali progetti un tragico errore
  • Se i Palestinesi avessero trattato Israele come sono stati da questo trattati gli Ebrei Americani si sentirebbero oltraggiati e domanderebbero giustamente che gli Stati Uniti usassero il loro potere per fermarli
  • Aaron Miller ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno agito nel processo di pace come “avvocato di Israele”, se avessero agito in maniera più indipendente avrebbero ottenuto maggiori risultati
  • per documentarsi sulla campagna condotta dai neo-conservatori a favore della guerra è sufficiente riferirsi al lavoro di giornalisti come James Bamford, George Parker e James Risen
  • Anche l’attuale politica USA nei confronti dell’Iran è fortemente condizionata dalle posizioni dei neo-conservatori tanto che il Presidente Bush ha espressamente affermato che l’Iran viene trattato diversamente rispetto ad altri paesi “nucleari” (Cina, India, Pakistan, Russia, Corea del Nord) non perchè minacci l’America ma perchè minaccia Israele e questo nonostante l’orizzonte temporale di un Iran nucleare è da tutti stimata in non meno di 10 anni!
  • Per quanto riguarda i Palestinesi, Abbas ha rinunciato al terrorismo, riconosciuto Israele e ripetutamente cercato di negoziare un accordo definitivo ma Israele e Stati Uniti hanno reso vani questi suoi sforzi minandone l’autorità e causando la vittoria elettorale di Hamas

Chi non vuole affrontare questo dibattito dribblandolo con accuse di scarsa professionalità, cospirazionismo e anti-Semitismo è, come dice Brzezinski, chi in assenza di questo necessario dibattito ha prosperato.

T

17 agosto 2006

L'influenza della lobby Israeliana negli USA

John J. Mearsheimer e Stephen M. Walt hanno pubblicato un articolo intitolato “The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy” nel sito della facoltà “John F.Kennedy School of Government” presso l’Università di Harvard disponibile qui.
L’articolo descrive in maniera dettagliata l’attività di uno dei più potenti gruppi di pressione Americani, prima in favore della guerra in Iraq, ora in favore di quella in Iran (e dei suoi addentellati, Libano e Siria).
I due studiosi Americani sostengono che l’attività della lobby, non solo è contraria agli interessi Americani ma anche a quelli Israeliani.
I più importanti strumenti di pressione utilizzati dalla lobby sono l’AIPAC (American-Israel Public Affairs Committee) e i think tank di alcuni influenti personaggi noti come neo-conservatori. Il più famoso tra questi esprime le sue opinioni sul sito New American Century ed ha dato vita a un affascinante documento nel quale si descrivevano (era il Settembre 2000) in maniera chiara e dettagliata, tutti i passi necessari per “ricostruire le difese americane”, passi che si sono poi avverati negli anni successivi. A pagina 90 del saggio trovate indicati gli uomini che hanno partorito questo progetto.
Mearsheimer e Walt argomentano le loro tesi con puntualità e rigore, senza nessun tipo di pregiudizio ideologico e con pacatezza. Una lettura decisamente consigliata.

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Benvenuti

Dopo aver seguito per un po' di tempo vari blog e aver partecipato all'iniziativa fainotizia, ho ritenuto opportuno iniziare a scrivere un blog personale per avere in un unico punto tutto il materiale da me prodotto/citato.
L'obiettivo del blog sarà quello di presentare i "fatti" da punti di vista differenti per stimolare lo spirito critico.
Tenterò per quanto possibile di citare sempre le fonti delle notizie che inserirò.
Il blog avrà come centri principali di interesse i conflitti medio orientali e la situazione economica globale.

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