La tesi di fondo che emerge è riassumibile in poche frasi che cito per esteso:
- “Sorprende che una tesi in genere cara a esponenti dell’estrema destra e dell’estrema sinistra, sia invece sostenuta da professori di prestigiose università”
- “L’aver scambiato per una presunta cospirazione israeliana ai danni dell’America quello che in realtà è un forte consenso sociale e politico per l’alleanza con Israele, frutto della condivisione di valori comuni”
- Gli autori, secondo Ottolenghi, ricorrono alla tesi della cospirazione e addirittura all’immagine della piovra, tipica dell’antisemitismo pre-II Guerra Mondiale, perché incapaci di confrontarsi con «la forza degli argomenti» a favore delle politiche che criticano
Per intero l’intervista si trova qui .
La cosa che emerge immediatamente dall’ascolto dell’intervista è che nessuno degli intervistati ingaggia i due studiosi sul terreno da loro proposto nel saggio, ossia nessuno controbatte neanche una delle tesi esposte da Mearsheimer & Walt sull’influenza della lobby Israeliana nella politica USA in Medio Oriente.
L’attacco che gli intervistati fanno è completamente rivolto alla credibilità degli studiosi. Tale attacco ha essenzialmente le seguenti motivazioni:
- Ci aspettavamo che persone di scarso spessore (destra repubblicana ed estrema sinistra che evidentemente hanno posizioni in linea di principio errate perchè diverse da quelle di chi scrive) scrivessero determinate cose ma non che due studiosi di valore dessero credito a queste tesi
- Chi da credito a queste tesi (quindi anche la destra repubblicana e l’estrema sinistra) è anti-Semita
Nella rivista Foreign Policy di Luglio/Agosto viene pubblicata una tavola rotonda su questo tema con interventi dei seguenti studiosi/esperti: Aaron Friedberg, Tennis Ross, Shlomo Ben-Ami e Zbignew Brzezinski.
Mearsheimer & Walt, sono due studiosi della scuola realista e quindi basano la loro analisi su fatti concreti che espongono in maniera molto chiara sia nel loro articolo originale che in questa tavola rotonda.
I due studiosi hanno rifiutato con decisione tanto l’accusa di anti-Semitismo (usata evidentemente come arma per silenziare il dibattito) che quella di essere anti-Israele. Hanno infatti apertamente sostenuto che: “pur se critici nei confronti di alcune politiche Israeliane, siamo del tutto a favore dell’esistenza di Israele. Ma crediamo che l’influenza della lobby danneggi sia gli interessi USA che quelli Israeliani”.
A tali affermazioni non rispondono in nessun modo le interviste rilasciate a Radio Radicale.
Una domanda interessante che ci si potrebbe porre per comprendere bene l’effetto della lobby sulla politica USA è: “Quale sarebbe la politica USA in Medio Oriente se la lobby fosse meno potente ?”.
Per quanto riguarda il fatto che il supporto USA ad Israele si baserebbe su una comunanza di valori l’argomento non convince per i seguenti motivi:
- l’AIPAC effettua un lobbying molto potente e affermazioni di questo possono essere reperite facilmente (tra gli altri: Bill Clinton, Newt Gingrich, Ernest Hollings ecc.) negare questo è chiudere gli occhi di fronte ad una realtà che in America è chiarissima a tutti (o almeno a chiunque desideri avere una carriera politica)
- la presunta “comunanza dei valori” non regge di fronte al prolungato maltrattamento da parte dello stato di Israele del popolo Palestinese e dei propri cittadini Arabi.
- La politica Statunitense è sempre stata contraria agli insediamenti nei territori occupati ed oggi anche molti Israeliani considerano tali progetti un tragico errore
- Se i Palestinesi avessero trattato Israele come sono stati da questo trattati gli Ebrei Americani si sentirebbero oltraggiati e domanderebbero giustamente che gli Stati Uniti usassero il loro potere per fermarli
- Aaron Miller ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno agito nel processo di pace come “avvocato di Israele”, se avessero agito in maniera più indipendente avrebbero ottenuto maggiori risultati
- per documentarsi sulla campagna condotta dai neo-conservatori a favore della guerra è sufficiente riferirsi al lavoro di giornalisti come James Bamford, George Parker e James Risen
- Anche l’attuale politica USA nei confronti dell’Iran è fortemente condizionata dalle posizioni dei neo-conservatori tanto che il Presidente Bush ha espressamente affermato che l’Iran viene trattato diversamente rispetto ad altri paesi “nucleari” (Cina, India, Pakistan, Russia, Corea del Nord) non perchè minacci l’America ma perchè minaccia Israele e questo nonostante l’orizzonte temporale di un Iran nucleare è da tutti stimata in non meno di 10 anni!
- Per quanto riguarda i Palestinesi, Abbas ha rinunciato al terrorismo, riconosciuto Israele e ripetutamente cercato di negoziare un accordo definitivo ma Israele e Stati Uniti hanno reso vani questi suoi sforzi minandone l’autorità e causando la vittoria elettorale di Hamas
Chi non vuole affrontare questo dibattito dribblandolo con accuse di scarsa professionalità, cospirazionismo e anti-Semitismo è, come dice Brzezinski, chi in assenza di questo necessario dibattito ha prosperato.
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