13 aprile 2007

Family Day | Roma Pride 2007 - un confronto

E' stato pubblicato il programma del Roma Pride 2007, la manifestazione pensata come antagonista al Family Day.

Mi interessa riportare in parallelo le differenti visioni culturali e lessicali dei due eventi.

Forum Famiglie vs. Roma Pride 2007

Dal punto di vista ontologico le posizioni differiscono essenzialmente sull'origine della famiglia.

Il Forum delle Famiglie sostiene che la famiglia, oltre a essere:


"un bene umano fondamentale dal quale dipendono l’identità e il futuro delle
persone e della comunità sociale" e "fondata sull’unione stabile di un uomo e
una donna, e aperta a un’ordinata generazione naturale" é "cellula
naturale della società e nucleo originario che custodisce le radici più profonde
della nostra comune umanità e forma alla responsabilità sociale"


quindi la famiglia è un'istituzione naturale.

Per il Roma Pride 2007 (magari quello 2008 sosterrà qualche altra cosa ancora) invece:


Le nostre vite (quelle di omosessuali e transgender n.d.a.) sono un fatto dirompente perché svelano che non esiste una
famiglia “naturale”, ma che le famiglie sono un fatto culturale.

la famiglia è un prodotto culturale (ossia in fondo una mera convenzione).

Naturalmente come in tutti gli scontri che si rispettino i due principi sono diametralmente opposti l'uno all'altro e quindi inconciliabili.

A mio avviso il buon senso di qualunque essere umano non può portare ad altro risultato che non a quello per il quale il modello di famiglia che siamo abituati a vedere nella natura, un uomo, una donna e la loro prole è l'unico modello di famiglia possibile per la specie umana per il semplice e inoppugnabile motivo per cui in natura non esiste un altro modo in cui la specie umana possa riprodursi e non è mai esistito (se non in misura talmente marginale da poter essere considerato devianza) un modello realmente alternativo. Tutto questo a prescindere dalle epoche e dalle diverse culture.
Appare quindi inevitabile che la famiglia esista prima e al di là della cultura.

Il documento Roma Pride 2007 è da questo punto di vista imbarazzante per chiunque cerchi di indagare con l'intelletto le realtà visibili. L'argomento supremo usato nel manifesto secondo il quale le vite di omosessuali e transgender sarebbero la prova provata che la famiglia è un fatto meramente culturale sono a dir poco prive di qualsiasi fondamento logico.

Per rendere evidente l'assurdità dell'affermazione trasportiamola in un ambito diverso e testiamone la validità.

Supponiamo per puro amore di discussione che domani ci venga proposta la "famiglia" pedofila (etero e omosessuale per par condicio), tale "famiglia" sarebbe meritevole di essere accolta nel nostro ordinamento giuridico tanto quanto i DICO sulla base della inoppugnabile motivazione che la vita dei pedofili (ma solo quelli che hanno bambini consensienti alle loro perversioni) sarebbe l'epifania che ci rivela che la pedofilia non è contro natura ma è la cultura che la rende tale.

Un'altra notazione interessante riguarda il fatto che mentre per le associazioni gay-lesbo&transgender la famiglia è un portato culturale perchè il fatto che io oggi voglio una famiglia diversa lo dimostra, l'omosessualità maschile e femminile non è un fatto culturale, NO, questo invece è scritto nella natura!!!

Tale discrepanza nelle posizioni dimostra a mio avviso che in realtà a tali associazioni poco importa del fatto che la famiglia sia naturale o culturale e lo stesso dicasi per le tendenze sessuali personali. L'unica cosa che conta è trovare un modo per legalizzare le proprie pulsioni, qualsiasi esse siano. Ieri era sotto attacco la normalità eterosessuale e il grimaldello usato era il fondare l'omosessualità nella natura, oggi è sotto attacco la normalità della famiglia e il grimaldello usato e la famiglia come portato della cultura. Domani sarà l'inviolabilità dei bambini e per la profanazione di quel santuario useranno un altro grimaldello, uno qualsiasi anzi il più adatto che lo Stato laico sarà pronto a mettergli a disposizione.

Naturalmente quando i tempi saranno maturi, quando le devianze delle persone saranno state coccolate e nutrite a sufficienza attraverso i media, internet, e soprattutto attraverso quel meccanismo perverso proprio del peccato a causa del quale più ti nutri di esso e più hai fame, una fame senza fine, specchio del fuoco inestinguibile che rappresenta l'inferno.

Chiunque sia cristiano sa che ci sono delle tendenze di vario genere suggritegli dal demonio e che tali tendenze occorre combattere con tutte le proprie energie, morali, spirituali, intellettuali e fisiche perchè se ad esse si da seguito ci si trova ben presto preda della ruggine e della tignola che consumano e corrompono sempre più rapidamente i "piaceri" illusori che tali tendenze procurano.

Oggi queste tendenze le vogliamo rendere legge dello stato.
Prossime tendenze in rampa di decollo: legalizzare il suicidio terapeutico e poi quello "semplice" (tendenza al suicidio), legalizzare l'adozione per le coppie omosessuali.
Il limite sono solamente i propri desideri e la propria fantasia, meglio se devianti e supportati da forti lobby.
Volere è Potere ma solo se Potere vuole che lo sia!

T

12 aprile 2007

W Le scritte contro Bagnasco


Sono molto triste per Cecchi Paone! I suoi festeggiamenti sguaiati e violenti per le dimissioni di Ruini sono durati pochissimo.

La nomina di Bagnasco a Presidente della CEI deve aver riportato tutti alla realtà concreta che di fatto la posizione della Chiesa Cattolica non è una banderuola che gira con le persone o con lo "spirito dei tempi".

Bagnasco ha fatto una cosa semplicissima, ha proseguito esattamente sulla stessa linea di Ruini con parole piene di una Verità eterna:

"Nel momento in cui si perde la concezione corretta autotrascendente della
persona umana - aveva affermato Bagnasco - non vi è più un criterio di giudizio
per valutare il bene e l'unico criterio o il criterio dominante è il criterio
dell'opinione generale, o dell'opinione pubblica, o delle maggioranze vestite di
democrazia. Che possono diventare ampiamente e gravemente antidemocratiche, o
meglio violente"


E infatti oggi le città italiane pullulano di scritte tolleranti e illuminate che suonano più o meno "Bagnasco a Morte" ecc.

D'altra parte leggendo la frase scandita dal Presidente della CEI qualunque persona di buon senso non può far altro che trovarsi d'accordo.

Se non leghiamo l'uomo, la sua identità, i suoi diritti e doveri, a qualcosa di trascendente, l'unica alternativa è legarli a qualche cosa di immanente, oggi va di moda la "maggioranza vestita di democrazia" che riecheggia quanto detto dal Papa in Sud America relativamente agli interessi delle varie Lobby (es quella omosessuale). In effetti questa "maggioranza vestita di democrazia" altro non è se non un'oligarchia "ampiamente antidemocratica e violenta".

W quindi le scritte contro Bagnasco perchè sono la testimonianza di almeno due verità:

  1. La violenza delle finte democrazie
  2. Il fatto che quanto espresso da Bagnasco si colloca nel solco di Cristo da sempre osteggiato e perseguitato da tutte queste "maggioranze" istigate da Lobby

T



03 aprile 2007

Il "nuovo" Gesù che ci vogliono propinare

L'intuizione l'ho avuta guardando la trasmissione Matrix di Mentana in cui si parlava del libro di Ariel Toaff "Pasque di Sangue" e del libro di Corrado Augias "Inchiesta su Gesù".
In trasmissione oltre ad Augias e Mentana abbiamo la Nirenstein, Cunotti e Luzatto.

Premetto che non ho letto il libro e che quindi tutto quello che scrivo si basa appunto più su un'intuizione che su altro (per una critica del libro JaC si è immolato e lo sta leggendo tutto poveraccio!)

La tesi di fondo del libro di Augias è la seguente: "Gesù è Ebreo non Cristiano" (vedi qui).

In sé per sé non è una gran novità, chiunque sia un cattolico non di primo pelo conosce perfettamente tale lapalissiana verità.

Gesù non è Cristiano per l'inoppugnabile motivazione che il Cristianesimo nasce dopo la morte e resurrezione di Gesù che la parabola della sua esistenza è il nucleo vivente attorno al quale ruota la nascita della Chiesa. Queste argomentazioni seguono semplicemente il buon senso e chiunque è in grado di comprenderle ma evidentemente il buon senso non è sufficiente ai due studiosi che invece procedono illuminati dal loro ragionamento rigoroso:



In realtà Gesù sarebbe stato soltanto ebreo e lo sarebbe stato totalmente:
«La novità, un’importante novità, verificatasi nell’ultimo mezzo secolo di studi
biblici, è stata proprio il recupero, la riscoperta dell’ebraicità di Gesù,
laddove in precedenza l’antiebraismo cristiano tendeva a farne addirittura un
critico della religione ebraica» (p. 24). A dire il vero «non c’è una sola idea
o consuetudine, una sola delle principali iniziative di Gesù che non siano
integralmente ebraiche [...]. Tutti i concetti fondamentali espressi da Gesù
sono ebraici: il regno di Dio e la redenzione, il giudizio finale, l’amore per
il prossimo. Egli crede come un ebreo fariseo alla risurrezione dei corpi e non
come un greco solo all’immortalità dell’anima [...]. Ritiene di essere stato
inviato da Dio a predicare solo agli ebrei e non ad altri» (p. 26 s). Gesù
rispettava alla lettera le prescrizioni della Torah, comprese quelle riguardanti
gli alimenti. «Sono i cristiani dopo di lui che le hanno trascurate» (p. 28).
Come ogni «ebreo religioso» Gesù pregava. Perciò, «Gesù è un uomo ebreo che non
si sente identico a Dio. Non si prega Dio se si pensa di essere Dio
» (p. 28).
Gesù ha insegnato il Padre nostro: ma questa preghiera «non ha nulla di
cristiano. Qualsiasi ebreo religioso la potrebbe recitare senza doversi per
questo convertire al cristianesimo. In questa preghiera Gesù non è mai nominato.
Egli non ha alcuna funzione nella salvezza dell’umanità» (p. 30). Invece i
cristiani hanno visto in Gesù un essere soprannaturale, col quale ci si deve
mettere in rapporto per ricevere la salvezza. «Gli storici contemporanei al
contrario vedono in Gesù un uomo e sono quindi in grado di riscoprire anche la
sua ebraicità» (p. 30)



Ecco qui la scientificità ragionante inzia a deviare dalle percezioni di qualunque cattolico che si professi tale ma credo anche dalle scoperte scientifiche di studiosi degni di questo nome.
Gesù non è Ebreo è totalmente Ebreo, anzi la mia impressione è che debba essere solamente ebreo!

Credo che l'operazione che si sta tentando di fare sia esattamente quella di ridurre Gesù ad essere solamente un uomo, anche se un uomo del popolo eletto e quindi più che un uomo ma in ogni caso sicuramente non Dio.

Ecco le inevitabili conclusioni:



«Gesù è insieme un mistico e un grande sognatore religioso, che cerca di
collocare la giustizia al centro del mondo» (p. 62). C’è dunque «una differenza
fondamentale, direi una discontinuità: se vogliamo un tradimento del
cristianesimo rispetto a Gesù
» (p. 68).


Ed ecco qui la mirabile trasformazione, il cristianesimo ha nascosto le origini ebraiche di Gesù perchè solo in questo modo ne ha potuto tradire il messaggio che invece era esattamente quello ebraico, mettere al centro la giustizia in questo mondo.
Pensare che il nostro inutile buon senso ci direbbe che questo è esattamente il peccato della folla (la nostra mente scientifica suggerisce: anch'essa di ebrei non lo scordiamo) che chiede Barabba al posto di Gesù, che preferisce una giustizia di questo mondo al Regno che non è di questo mondo.

Il nostro puerile buon senso obietterebbe anche che gli attacchi di Gesù ai farisei sono memorabili (per quanto una critica sicuramente svolta dall'interno e quindi costruttiva, non certo distruttiva) e che varie volte i diversi attori delle classi illuminate dell'ebraismo lo vogliono lapidare o uccidere (e l'ultima di queste volte gli riesce!) segno che probabimente la sua ebraicità aveva qualche cosa che andava oltre l'ortodossia potremmo dire che c'erano alcune divergenze tra i "totalmente" ebrei e Gesù.

I due autori tentano un'operazione chirurgica impossibile (quella di separazione del Gesù "storico" da quello cristiano) per di più con un machete intellettuale fazioso.

Il mio buon senso non è per niente soddisfatto dalla spiegazione che "qui non si parla del Gesù della fede" perchè questa separazione è artificiale e del tutto arbitraria ed è la definirei anche "pubblicità ingannevole" perchè sotto la finta pecora di una non belligeranza (l'affermato disinteresse verso un "aspetto" di Gesù evidentemente ritenuto marginale) si nasconde il vecchio lupo di un attacco frontale alla Chiesa tanto più pericoloso quanto più si professa innocuo.

Naturalmente ci sono molti passi della scrittura che testimoniano delle cose differenti da quanto riferito nel libro ma è proprio questo il punto interessante. Qui si può giocare a piacimento, è sufficiente attribuire la patente di "non storicità" a tutto quello che nega l'ebraicità e la totale umanità del Cristo.

Tesi finale del Libro (ovviamente come da me interpretata): "Il Gesù storico non è quello che si legge nei vangeli Cristiani, quello è un Gesù già vestito di una serie di pensieri/idee attribuitegli dai suoi seguaci in virtù della loro fede, una fede che sia ben chiaro, a noi non interessa, ma che per sue necessità di coerenza stravolge tradendola la figura stessa di Cristo che è e rimane solamente un pio ebreo ortodosso!"

Alcune tesi "corollario" sono: rapporti “omosessuali” tra i discepoli di Gesù, Gesù taumaturgo, Gesù non è risorto,

Egli si sottomette a una morte atroce, perché così vuole Dio ma non sa
perché. Gesù è un «uomo solo», che prega Dio affinché gli riveli che cosa deve
fare


Gesù è in buona sostanza l'ebraismo di oggi, una religione senza messia e senza prospettive verso un "Regno che non è di questo mondo", una religione che vive per grazia di Dio ma che si è negata l'accesso alla fonte della Vita, una religione per cui il ritorno a Dio corrisponde al ritorno ad una locazione geografica in cui instaurare la giustizia (e che giustizia!!!).

Ma l'operazione che sta tentando Augias (che a Matrix ha fatto outing dichiarando di essere ebreo) è una vecchia operazione, quella di strappare a Gesù la propria divinità per lasciare di Lui solamente l'uomo, magari anche un uomo eccezionale, straordinario ma solo un uomo.

L'ebraismo di 2000 anni fa ha rifiutato la possibilità che Dio (che aveva camminato in mezzo al popolo nel deserto) potesse camminare in mezzo al suo popolo come uno del suo popolo. Ha rifiutato lo "straordinario" di Dio. Augias oggi non si comporta diversamente porta ancora il velo e "miagola nel buio".

"E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza" noi predichiamo Cristo e Cristo Crocifisso scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani. Come vedete non è cambiato nulla.

T