18 giugno 2007

100 volte "Io sono deficiente"

Ho deciso di scriverlo anche io per due motivi: perchè lo sono e per vedere se questo diminuiva in maniera drastica la mia autostima.
Sapere di essere deficienti è fondamentale per vivere in maniera sana il rapporto con gli altri. Significa infatti conoscere i propri limiti e le proprie mancanze.
Tale conoscenza viene sempre più eclissata nella nostra società. I limiti sono totalmente eliminati nella finta realtà mediatica e di conseguenza tendono ad essere rifiutati anche in quella reale con risultati evidentemente grotteschi.
Devo dire che trovo la “punizione” sancita dalla professoressa all’ultimo bullo di una purtroppo lunghissima lista molto appropriata.
Primo perchè non è una punizione ma un premio. Trovare qualcuno che ti dica le cose come stanno al giorno d’oggi non è facile. Se volessi esagerare potrei affermare che il ruolo della professoressa, se fosse stato compreso e sostenuto dalla famiglia e dalla magistratura, sarebbe stato quello maieutico di condurre il bulletto ad un nuovo tipo di coscienza, a fargli fare qualche passo indietro verso la sua umanità, verso il consesso sociale composto dai suoi compagni di classe e più in generale dagli altri uomini.
Questa professoressa andrebbe elogiata inoltre per il suo buon senso un’altra delle caratteristiche in via di estinzione a tutti i livelli.
Il buon senso non si limita infatti a percepire le cose solo con la ragione o solo con i sentimenti ma è un’attività di sintesi che esprime un approccio alla realtà non settoriale ma unitario da parte del singolo.
Questa capacità manca totalmente ad esempio ai cosiddetti intellettuali come dimostrato perfettamente dall’esempio citato da Cruman relativo al discorso sul razzismo e la xenofobia.
Se non difendiamo i professori che ancora cercano di educare i nostri figli automaticamente difendiamo coloro che non li educano. Tertium non datur.
Io proporrei a tutti questo esercizio come tonico per la convivenza civile, scrivere 100 volte io sono deficiente con cadenza mensile. Potremmo farlo in questo spazio come protesta contro le assurde decisioni della magistratura.

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